Gli esperti dicono sempre che va tutto bene!

20140126-152621.jpg27 dicembre 2013, il giorno della morfologica……..ed eccole le mie due meraviglie, il nostro sogno, tutto quello che per anni abbiamo desiderato. Sono già bellissime, una è un po’ timida, si nasconde, non vuole far vedere il suo bel visino, l’altra è più intraprendente, fa già le linguaccie e tira dei pugnetti; eravamo convinti di non poter vivere questo tipo di emozioni, ed invece noi siamo la dimostrazione che non bisogna mai mollare, mai smettere di credere che i propri sogni si possano avverare.
Ma ritorniamo agli inizi, dove io e mia moglie ci stavamo chiedendo se saremmo riusciti a diventare genitori. Per saperlo abbiamo iniziato un percorso di controlli medici, visite ginecologiche e andrologiche. Come prima cosa c’era da capire in chi risiedesse il problema, e non era sicuro che dalle prime analisi si sarebbe riusciti a capirlo. Dalle visite ginecologiche non era mai emerso nulla di strano, quindi la scelta è ricaduta sulla verifica della mia condizione; mi metto il fastidio in tasca e prenoto da un andrologo. Arriva il giorno e con un po’ di tensione io e mia moglie ci dirigiamo dallo specialista; la sua prima domanda fu – che età avete? – alla nostra risposta, 35 e 37, iniziò subito con argomentazioni tecnico-scientifiche sull’invecchiamento biologico del nostro corpo e degli elementi fondamentali alla fecondazione; non è mai bello sentirsi dire che per certe cose si è già vecchi e che avremmo dovuto cercare figli almeno 10 anni prima. Detto questo ha voluto tranquillizzarci dicendoci che con degli stratagemmi avremmo potuto migliorare la situazione; ma quale situazione? Non avevo ancora nessun dato perché fino a quel momento di esami approfonditi non ne avevo fatti, es. spermiogramma! Ed infatti arriva la prescrizione per effettuare l’esame in questione; era necessario capire se ero in grado di procreare oppure no. Prima di lasciarci andare mi effettua una visita andrologica alla prostata, tutto a posto, ma non proprio divertente.
Prenotiamo lo spermiogramma in ospedale e non appena arriva il giorno, procedo con la raccolta (così la chiamano). Passa qualche giorno ed i risultati sono pronti; torniamo dall’andrologo per la lettura e la comprensione dei dati; esito: sono lenti, solo un 14% di buoni ed il resto forme anomale. Nonostante questo non esaltante risultato, le possibilità di avere figli erano intatte; avremmo anche potuto migliorare qualcosa con degli integratori per alzare le probabilità; mi prescrive il Fertilor per combattere i radicali liberi e velocizzare gli spermatozoi, da prendere tutti i giorni per 3 mesi (alternativa al Fertilor è lo Spergin, ha la stessa funzione), per poi ripetere lo spermiogramma e valutare se la cura ha migliorato la situazione. Al Fertilor, seguendo i consigli di altre persone, abbiamo aggiunto un integratore omeopatico, la Maca, una radice proveniente dal Perù in grado di aumentare la fertilità (consiglio sempre di leggere bene i bugiardini per evitare che qualcuno sia allergico ai principi attivi contenuti).
Passati i tre mesi rifaccio lo spermiogramma, ma la situazione anziché migliorare, peggiora! L’andrologo afferma che non c’è un motivo particolare per questo peggioramento, lo stress, il periodo, il tipo di lavoro, l’alimentazione, etc. etc. sono tutti elementi che possono influire. Mi consiglia di continuare la cura con il Fertilor.
Mia moglie, nel frattempo, inizia il suo percorso di visite più invasive e dolorose. Prenota, su consiglio della ginecologa, l’esame delle tube, l’isterosalpingografia……già il nome è tutto un programma e solo per impararlo e ricordarselo serve una laurea! Arriva il giorno dell’esame e come per tutti gli altri esami ci muoviamo insieme; abbiamo bisogno di sostenerci e di condividere il dolore nel caso le notizie non fossero positive. Aspetto in sala d’attesa, soffro per lei, ci hanno detto che è un esame doloroso; e infatti lo è come mi confermerà poi mia moglie, ma almeno il risultato della visita ce lo danno subito. Come purtroppo immaginavamo non è completamente positivo e scopriamo che delle due tube, ne funziona solo una; risultato….50% di possibilità di rimanere in cinta, unito all’età ed ai miei risultati la nostra percezione comincia ad essere quella di dover scalare un 4000mt.
Intorno a noi gli amici continuano ad ampliare le loro famiglie, mentre a noi il dolore cresce sempre di più! Gli esperti continuano a dirci che nonostante i risultati non siano esaltanti abbiamo comunque ottime possibilità di avere figli, ma a noi cominciano a sembrare parole di circostanza, e detto molto onestamente iniziano pure a darci fastidio.
La gente intorno a noi non capisce il dolore che si prova e quanto difficile sia dover accettare l’idea di non essere destinati a diventare genitori!
In quel periodo una domanda cominciò a ronzarmi in testa tutti i giorni: “È possibile sopravvivere al dolore, quando questo ti prende l’anima e lo spirito?”

Un percorso che accomuna

coppia-giovane

Cosa sono disposto a fare per avere un figlio? Ho iniziato a chiedermelo nel momento in cui con mia moglie ci siamo accorti che nonostante l’impegno che ci stavamo mettendo, non si riusciva a raggiungere l’obiettivo. Messa così sembra quasi che lo si faceva per dovere, senza amore, senza passione, ma non è così! Da quando ci eravamo sposati, nel 2008, si era così innamorati che il nostro primo pensiero fu subito quello di allargare la famiglia. Sognavo di avere un figlio/a che le assomigliasse; lei è così bella, con lineamenti delicati, occhi profondi ed un sorriso che ancora oggi mi strega il cuore……volevo proprio che i nostri futuri figli assomigliassero a lei, perché sì, ne volevamo più di uno, proprio perché entrambi siamo figli unici ed avremmo sempre voluto avere fratelli o sorelle.

Ogni momento era quello buono per stare insieme, la voglia di amarci senza porci limiti ci travolgeva; la convinzione che ci accompagnava ci faceva pensare che da tutto questo amore prima o poi sarebbe sicuramente arrivato il frutto del nostro desiderio. E invece passavano i giorni, che poi divvennero mesi e questa attesa, purtroppo, iniziò ad insinuare in noi il dubbio che ci potessero essere dei problemi. Come fai a non pensarlo?! Come fai a credere che questa attesa sia normale? Ascolti i tuoi amici e gli senti dire che al primo tentativo è arrivato subito. Ma come è possibile? Dentro di me mi chiedevo “ma siamo solo noi a non riuscire ad averne? per gli altri sembra così facile!”, e alla fine non puoi far altro che renderti conto che qualcosa non va.
Nel 2008 avevo 34 anni e mia moglie 36, età che non ci dava modo di prendercela troppo con comodo; era ancora tutto da verificare, ma quello che prima era solo un dubbio, per noi divenne una certezza. Ascoltammo i consigli di tutti, provando ogni cosa, dalle tecniche casaline della nonna ai sistemi elettronici più avanzati per misurare temperature e contare giorni…….ma nulla! Non accadeva niente! Diventare genitori ci sembrava oramai una montagna insormontabile, una fortuna riservata ad altri…..a tutti gli altri, meritevoli e non!

Passarono due anni. Anni di attese e di speranze, dove non smettemmo mai di credere che il nostro momento sarebbe arrivato. Esiste un’affermazione che prima o poi qualcuno vi dirà e che anche voi arriverete ad odiare ed è questa, stampatevela bene nella testa: “vedrete che non appena smetterete di pensarci, arriverà!” –  . Come volevasi dimostrare, frase buona per altri ma non per noi.

Arrivò il momento di prendere una decisione, farsi esaminare da degli specialisti. Da qui inizia un percorso che accomuna tantissime persone, fatto di visite mediche, ospedali, sale d’attesa, momenti di dolore, di sofferenza e di speranze disilluse, ma anche di nuove amicizie, di nuove consapevolezze, di viaggi, e sì, di momenti di gioia e felicità.

Una strada ha sempre un punto di partenza ed un punto di arrivo, il nostro dovevamo ancora scoprirlo.

Cosa sei disposto a fare per avere un figlio?

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Sono nuovo di qua, non ho mai avuto un blog, e mai avrei pensato di avere qualcosa da dire per crearne uno. Ma forse è proprio quando pensi che non ti servirà mai che ti ritrovi improvvisamente catapultato all’interno di una situazione che non puoi non raccontare e non condividere.

Ho sempre pensato che la condivisione delle proprie esperienze avrebbe aiutato qualcun altro ad affrontare meglio le situazioni della vita, ma quando è possibile capire che si è di fronte ad una di quelle?
A dire il vero non ho questa risposta perchè credo che dipenda da caso a caso; da come ognuno di noi vive ed affronta ogni prova a cui la vita ci mette di fronte.
Nel mio caso sento il bisogno di condividere la mia esperienza con chi sta vivendo o ha vissuto la stessa cosa. Non lo faccio per egocentrismo perchè mi ritengo una persona molto riservata e discreta; questa è una mia scelta ponderata che nasce dopo un percorso durato qualche anno, tra mille difficoltà, momenti di smarrimento, momenti di gioia, viaggi, ricerche, esami e così via.
Penso che tutto quello che ho vissuto, fortunatamente non da solo, possa risultare utile per altre persone che ci stanno passando.
Il titolo di questo blog è volutamente interrogativo e la domanda “cosa sei disposto a fare per avere un figlio?” sufficientemente chiara e diretta.
All’interno di questa domanda ci sta tutto il significato di questo blog e lo scopo che vuole avere: aiutare altre persone a trovare più facilmente la risposta.
Aprirò il mio cuore, rivivrò quei momenti, li racconterò come coricato sul lettino di uno psicologo, senza pretese e senza nessuna mania di protagonismo.
Quello che posso dire per tranquillizzare chi leggerà queste mie parole è che presto diventerò padre!